All’interno dei miei percorsi accompagno le persone a riconnettersi con sé stesse, con la propria storia, il proprio corpo, con le emozioni e le idee sul proprio conto.  

Insieme esploriamo il proprio mondo interiore così da comprendersi e poi trasformare ciò che blocca o è fonte di sofferenza.  

Accompagno le persone a vivere l’emotività senza farsene sopraffare, sciogliere la dolorosità sedimentata nel corpo e abbandonare le idee negative su sé stessi. 

I miei percorsi cominciano con una rapida ma approfondita valutazione, in cui insieme alla persona definiamo la problematica presente e ne rintracciamo lo sviluppo durante la storia di vita. Individuiamo le tematiche dolorose della persona, come si sono sviluppate durante la sua storia di vita e come influenzano negativamente il suo presente.  

Fatta la valutazione, della durata di due colloqui, espongo alla persona la ricostruzione del suo funzionamento (ciò che ho capito di lei). La vediamo insieme e ragioniamo su come la sua storia abbia influenzato la sua personalità e i sintomi che vive nel presente, dando un senso alle proprie difficoltà ed individuando gli elementi su cui lavorare. 

Da questo momento inizia il percorso incentrato alla risoluzione della problematica mettendo in campo le conoscenze che ho acquisito negli anni: 

• Grazie alla terapia cognitivo-comportamentale costruttivista aiuto la persona a comprendere se stessa sul piano razionale e come comportarsi in modo da non aggravare, ma ridurre progressivamente le sue difficoltà. 

• Tramite la terapia EMDR elaboriamo e sciogliamo i nuclei di memorie dolorose, riaccogliamo le parti di sé disconosciute integrandole, così da sviluppare un equilibrio armonico tra tutte le sfaccettature della sua personalità. 

• Con le tecniche corporee e di respirazione apprendiamo nuove vie per non farsi sopraffare dalle emozioni disturbanti. 

• Infine con i principi derivanti dalle saggezze filosofiche costruiamo una riconnessione con il mondo in cui viviamo, ritrovando il nostro posto e un senso al nostro essere. 

Credo che sia importante dire che, nonostante l’esposizione qui sopra delle modalità di guarigione che utilizzo, non sono io a curare la sofferenza psichica. È la persona stessa attraverso gli strumenti che gli metto a disposizione a trovare la sua cura, io accompagno e assisto. 

Mi piace infatti dire che io non sono il dottore, ma l’assistente, ben disposto a trasmettere le mie conoscenze e strumenti ed accogliere la persona con apertura e non giudizio. È la persona stessa l’artefice della propria risoluzione: facendo proprio ciò che gli viene trasmesso e sperimentandolo nell’ambiente protetto della seduta e nella sua vita. Le persone hanno già in sé la capacità di auto-curarsi, hanno bisogno di sbloccare, scoprire o sviluppare queste risorse che sono già in loro innate.  

Le persone vengono quindi supportate nella loro trasformazione e non trasformate.